In occasione della mostra è stato pubblicato il volume Sculture lignee a confronto dalle città ducali di Vigevano e Milano, edito da Marsilio, che raccoglie gli studi più recenti sulle sculture.
I due gruppi scultorei, provenienti da Vigevano e posti a confronto con il cosiddetto Compianto di Casoretto, sono entrambi di imponenti dimensioni e presentano ancora tracce di una policromia antica: conservano quindi interamente quella capacità di comunicazione emotiva che contraddistingue la scultura lignea lombarda rinascimentale.
Il Compianto di San Dionigi a Vigevano è stato accostato negli anni passati all’opera del Maestro dei Compianti, un anonimo scultore di cultura artistica lombarda a cui sono state attribuite anche tre statue conservate oggi nella collezione del Castello Sforzesco di Milano, per l’occasione poste a confronto. Questo anonimo scultore, rimasto un po' ai margini degli studi specialistici, stretto tra le ingombranti personalità delle due principali botteghe attive in Lombardia, quella dei De Donati e quella dei Del Maino, ha infatti recuperato un ruolo non secondario grazie all’identificazione delle tre importanti statue del Castello provenienti dal disperso Compianto della chiesa di Santa Maria Bianca della Misericordia in Casoretto a Milano.
La mostra permette un eccezionale confronto visivo diretto tra i due gruppi scultorei e consente di verificare direttamente le precedenti proposte attributive.
L’Ancona di San Giuseppe dalla chiesa della Madonna dei Sette Dolori di Vigevano era opera finora poco nota: le sue ingenti dimensioni e la collocazione in chiesa a notevole altezza da terra hanno fino ad oggi impedito di apprezzare la qualità del modellato e di avanzare una ponderata valutazione stilistica e attributiva.
Il recentissimo restauro, ha permesso di rilevare le notevoli finezze nell’intaglio e nella decorazione policromata con largo uso della tecnica del graffito su tempera ed oro. L’ancona risulta essere il frutto del lavoro dei maggiori artisti dell’epoca: ai fratelli De Donati si attribuiscono le due statue di Giuseppe e Maria, mentre a Giovanni Angelo e Tiburzio del Maino e ai loro collaboratori si assegna l’esecuzione delle scene narrative e dei profeti, oltre alla carpenteria e quindi all’ideazione architettonica.