Milano città delle donne

02.03.2023 to 16.03.2023

Il Castello Sforzesco aderisce a Milano città delle donne, un sito dedicato alle donne per le donne, che raccoglierà tutte le iniziative organizzate dal Comune e dalle associazioni del territorio e ospiterà informazioni, scambi di idee, esperienze, ma anche un percorso di opere d’arte, vie, monumenti e pietre d’inciampo dedicate all’universo femminile che porterà a scoprire quelle donne che hanno fatto grande la nostra città.

Venerdì 10 marzo 2023 entrata gratuita al Museo per tutte le donne.

Ecco le opere scelte tra le nostre Raccolte per il percorso

Scultore bizantino, Testa femminile detta di Teodora, VI secolo, marmo 
Museo di Arte Antica, Sala I 
 
La scultura propone l’effigie di una donna matura dalla fisionomia connotata dagli zigomi alti, dagli enormi occhi sgranati, dalla forma perfetta del volto. Il capo è riccamente ornato da un’alta cuffia a coste decorata da un diadema di perle con, al centro, una gemma ovale. 
L’ alta qualità di questo ritratto, che ne fa uno tra i più significativi esempi dell’arte bizantina in Occidente, pone il problema della sua identificazione. Variamente interpretata come Teodora (500 circa - 548), imperatrice bizantina moglie dell'imperatore Giustiniano I e sua attiva consigliera, o come Giustina, madre dell’imperatore d’Occidente Valentiniano II, l’opera si colloca in equilibrio tra impersonale evocazione di maestà e naturalismo, grazie all’associazione tra la resa individualizzata dei tratti fisionomici e un trattamento essenziale dei volumi. 
 
 
Silvia Levenson, Per tutta la vita, 2012, vetro fuso in stampo.  
Museo delle Arti Decorative, Sala Castellana, Collezione Bellini-Pezzoli. 
 
Silvia Levenson nasce in Argentina nel 1957, ma vive e lavora in Italia dal 1981. Con le sue opere esplora le relazioni interpersonali quotidiane attraverso installazioni e sculture in vetro. Il suo lavoro fa parte di importanti collezioni pubbliche e private in tutto il mondo.  
L’ opera Per tutta la vita affronta un tema di forte attualità, quale la violenza domestica.  Scrive l’artista: “Attraverso il mio lavoro indago i rapporti sociali che hanno come scenario lo spazio domestico: universo protetto e campo minato. Secondo le Nazioni Unite il luogo più pericoloso per le donne è casa propria. Si stima che delle 87 mila donne uccise nel mondo l'anno scorso, circa 50 mila (il 58%) sono state assassinate da compagni o membri della famiglia. Per tutta la vita è la mia risposta a questa atroce condizione: una torta nuziale bella ma fragile, con una bomba a mano sopra, a ricordarci che i numeri ci parlano di una guerra che si consuma sotto i nostri occhi”. 
 
 
 
Olga Finzi Baldi, Centrotavola "Amaca", 1989, argento a sbalzo 
Museo Delle Arti Decorative, Sala XXX, box 1 
 
In occasione del riallestimento del Museo delle Arti Decorative nel 2017, una vetrina della sezione sull'arte della tavola è stata dedicata alle creazioni realizzate tra il 1957 e il 1989 da Olga Finzi Baldi, designer e orafa di primissimo piano. La sua produzione nasce da lastre sbalzate manualmente a bulino e martello, con finitura spazzolata per conservare l'effetto lunare dell'argento. Il risultato è costituito da oggetti all'avanguardia come Manhattan, servizio da tè tronco-conico sovrapponibile; Élite, set bulinato ispirato alla moneta antica; Giano bifronte (identiche proporzioni tra pieno e vuoto) e Amaca, parte della collezione «in movimento».   

 

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