Nel corso dei secoli il Castello e le sue difese hanno coinvolto e appassionato diversi progettisti e architetti, tra cui Leonardo da Vinci, chiamato a Milano da Ludovico il Moro. Alcuni schizzi documentano la ricerca del genio toscano verso un’innovazione dell’architettura civile e di quella fortificata. In due disegni, conservati a Parigi, Leonardo reinventa, per la rocca milanese, due altissime torri di guardia (1487-1490).
I Rivellini
La costruzione, forse su resti viscontei, dei rivellini, avancorpi separati posti a protezione delle porte del Castello, iniziò con la ristrutturazione ad opera di Francesco Sforza. Dei rivellini sforzeschi rimangono le basi sul lato est del Castello, uno a difesa della Porta del Carmine, l’altro dove si innestavano le mura medievali della città e a ovest, il Rivellino di Porta Vercellina. Quest’ultimo, costruito in corrispondenza della Porta di Santo Spirito, è l’unico ad aver mantenuto l’impianto sforzesco, anche se l’aspetto attuale è il risultato del restauro ad opera dell’architetto Luca Beltrami che, tra il 1911 e il 1914, ripristinò parte delle merlature, demolite al tempo degli Spagnoli, le pareti e le volte dei passaggi e degli ambienti interni. Il rivellino ha una struttura quadrangolare collegata, in seguito, tramite un arco a sesto acuto alla zona della porta della Ghirlanda. Per la porta principale del Castello, Leonardo progettò, su commissione di Ludovico il Moro un rivellino più moderno, di forma pentagonale, che venne realizzato ai tempi della dominazione francese di Luigi XII. Di questo baluardo rimangono poche tracce nascoste nel fossato.
La Ghirlanda
Oggi si riconoscono nel parco solamente pochi ruderi della Ghirlanda, ovvero le due torri angolari della cortina muraria e la Porta del Soccorso d’accesso al Castello. La “Ghirlanda” era la cinta muraria che, munita di due torri rotonde agli angoli e di una strada coperta, difendeva il fronte settentrionale del Castello di Porta Giovia, girando dal Rivellino di Santo Spirito a sud-ovest a quello di Santa Maria del Carmine, a nord-est. Già esistente in epoca viscontea, la fortificazione venne riparata e prolungata fino ai torrioni circolari da Francesco Sforza. Uno schizzo di Leonardo, databile tra il 1487 e il 1490, nel manoscritto B, riporta una sezione della Ghirlanda e del Castello nell’angolo nord-ovest con tutte le misure della fortezza. Nel 1893, momento in cui prevalse a Milano l’interesse per lo sviluppo edilizio più che per la tutela delle testimonianze del passato, venne drasticamente demolito tutto il complesso sistema difensivo della Ghirlanda.
La strada coperta della “Ghirlanda”
La strada coperta e le sue diramazioni, collocate nella parete esterna (controscarpa) del fossato intorno al Castello, servivano per lo spostamento dei soldati dalla fortezza alla Ghirlanda. La strada coperta, restaurata e attualmente percorribile nel tratto sopravvissuto alle demolizioni di fine Ottocento, è realizzata in mattoni, con il soffitto voltato alto 2.80 metri, ed è fornita da un centinaio di finestrelle che si affacciano sul fossato. Sono state individuate otto gallerie, probabilmente fornite di portoni, che si sviluppavano dalla strada coperta.
Il fossato
Nel Castello si riconoscono due fossati. Quello che divide il Cortile delle Armi da Corte Ducale e Rocchetta è l’antico fossato che difendeva la cinta dei terraggi di età comunale, a cavallo del quale sorse il castello visconteo. Il fossato esterno alla fortezza, invece, attribuito ad epoca sforzesca venne interrato nel XVII secolo ed è stato riscavato tra il XIX e il XX secolo.